giovedì 15 ottobre 2009

L'ascesa dei Social Netowrk nell'era del Web 2.0 (2°parte)


Dopo due post sulle mie esperienza lavorative in due fiere diverse, voglio riprendere il discorso che avevo iniziato in un precedente post, sul tema dei social network; in questo mi soffermerò maggiormente sul fenomeno Facebook, sicuramente la rete sociale più in voga del momento.

Tratto da "Social Network e Web 2.0"

Nel post precedente, per spiegare uno dei motivi per cui Facebook sia diventato uno dei principali social network al mondo in pochissimo tempo, avevo fatto riferimento alla modalità con cui gli utenti lo utilizzano: un'interfaccia utente easy, con operazioni di inserimento dati semplice, accesso open e la possibilità di innumerevoli applicazioni, soprattutto di contenuto ludico, che consentono all'utente di variare la propria esperienza nella Rete.




A livello mondiale ed, in particolar modo nel periodo dicembre 2007/2008, si è registrata una crescita degli utenti compresi nella fascia di età 18-49 anni, con un aumento costante dell'universo femminile.


Dati Nielsen alla mano, il maggior successo di Facebook si registra nel Regno Unito, seguito dall'Italia, l'Australia e gli Stati Uniti d'America. Nelle ultime posizioni si trovano Giappone, Brasile e Germania. Nell’ultimo anno Facebook in Italia ha goduto di una crescita esponenziale di utenti, passando da circa 600.000 utenti dell’agosto 2008, a oltre 10.000.000 di utenti ad agosto 2009!


martedì 13 ottobre 2009

Klimahouse di Bastia Umbria: tutto sul risparmio enrgetico

L'idea di Klimahouse
"L’energia è il termine centrale di cui si tratta tutto in questo secolo, perché l’energia è il fondamento della vita e la garanzia per il benessere. Nel settore costruzioni esistono alternative tecniche ed economiche per il risparmio energetico e per la protezione della natura.
Un importante appuntamento su questo tema è la fiera KLIMAHOUSE.
Il progetto CasaClima sviluppato in Alto Adige che rispetta questi criteri sta facendo scuola in tutta Italia.
CasaClima rappresenta una nuova cultura edile per l’abitazione moderna, che unisce sostenibilità, drastica riduzione dei costi energetici e una perfetta climatizzazione dell’ambiente."
Al contrario della precedente fiera a cui ho partecipato, l'Edil Centro Marche di Villa Potenza, la fiera tenutasi a Basti Umbria è stata un'esperienza molto più interessante, che mi ha permesso di entrare più a fondo nella conoscenza di un mondo, quello del risparmio energetico, ancora a me sconosciuto.
Un padiglione soltanto, ma pieno zeppo di aziende che, con i loro stand, alcuni accattivanti, altri meno, attiravano l'attenzione dei visitatori; non solo operatori del settore ma anche persone "normali" e soprattutto gruppi scolastici.
Sicuramente quello che colpisce di più è la distanza esistente tra le realtà tipicamente nostrane e quelle dell'Alto Adige, decisamente più vicine alla mentalità tedesca nell'affrontare un settore che ad oggi sta vivendo un periodo di decisa controtendenza rispetto la crisi mondiale: non è un caso se la Germania si ritrova ad essere sul tetto del mondo in materia, sempre e costantemente all'avanguardia nel mondo delle rinnovabili.
E' stato davvero incredibile notare come già dalla dimensione degli stand si percepiva la distanza tra la realtà tedesca (rappresentata al meglio dalle aziende altoatesine) e quella italiana: stand enormi e confortevoli, luccicanti e con persone che sapevano accoglierti e metterti a tuo agio (anche ad un ragazzo alle prime armi come me!!!!).
Che dire? Una seconda esperienza fieristica che:
  1. mi ha dato modo di entrare ancora di più nel mondo del risparmio energetico;
  2. ha migliorato il mio modo di pormi nei confronti dei clienti e aumentato la mia sicurezza nel parlare;
  3. mi dimostra la fiducia che i boss di Presscom dimostrano nei miei confronti.

Insomma, sono già pronto per la prossima!!!!!

Se ne conoscente qualcuna che verte sul settore edilizio/risparmio energetico non esitate a contattarmi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

sabato 3 ottobre 2009

Una giornata in fiera: l'Edil Centro Marche di Villa Potenza (MC)

Ieri è stato il mio secondo giorno di lavoro per Presscom, l'azienda jesina specializzata in comunicazione di impresa e pubbliche relazioni con cui ho cominciato la mia esperienza nel mondo lavorativo.

Dopo una sveglia mattutina (è stata decisamente dura!!!!!!!!!!) alle 7:30, sono andato alla fiera tenutasi a Villa Potenza di Macerata centrata sul settore edilizio, ma anche con un occhio di riguardo per quel che riguarda il panorama delle energie rinnovabili.

Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più, magari più stand, più imprese e anche più visitatori: forse frutto del fatto che il venerdì è comunque un giorno lavorativo e che la crisi economica di quest'anno non ha sicuramente aiutato!!!!!!!!!!! (sicuramente nelle giornate di oggi e domani ci sarà molta più gente!!!!!!)

E' stata comunque una giornata incredibile, in quanto ho avuto la possibilità e la fiducia da parte dei miei titolari nel confrontarmi con persone che hanno un bagaglio di esperienza decisamente superiore al mio; nonostante qualche timore iniziale, a fine giornata (dalle 10:00 alle 18:00 :-) ) ero soddisfatto di me stesso, di aver superato fin da subito un po' di timidezza a soprattutto di aver ricevuto molti complimenti, inaspettati, da parte di alcuni espositori che si sono mostrati simpatici e gentili con me..............un'ottima iniezione di fiducia e sicurezza per il mio futuro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!






giovedì 24 settembre 2009

L'ascesa dei Social Network nell'era del Web 2.0 (1° parte)

Tratto da "Social network e Web 2.0"

Come visto in precedenza, il Web 2.0 viene inteso come una serie di principi che portano gli utenti a condividere qualsiasi cosa all'interno delle Rete, i quali diventano co-attori e co-produttori dei contenuti.
La partecipazione è dunque il primo fattore che rappresenta una forte spinta all'affermazione dei Social Network, che basano il loro successo proprio sul coinvolgimento delle persone, i quali si sono sviluppati anche grazie alla sempre maggiore disponibilità della banda larga che, con le nuove tecnologie permettono agli utenti un filesharing (uno scambio di contenuti tra i singoli) molto più veloce rispetto a prima.

Il popolo dei social network abbraccia più o meno tutte le età con una netta prevalenza degli utenti nella fascia 18-44 anni; solo negli Stati Uniti il 75% dei ragazzi tra 18-24 anni sono iscritti ad almeno un social network.
Per quanto riguarda la penetrazione delle reti sociali, nel gennaio del 2008, molto diffusi risultavano essere My Space e Facebook; quest'ultimo, a soli dieci mesi di distanza, nel novembre del 2008 si è evoluto in maniera esponenziale, "colonizzando" regioni come l'Europa del Sud, il Canada, parte dell'America Latina, l'Oceania e alcune regioni dell'Africa e dell'Asia.


Con un occhio di riguardo all'Europa, il fenomeno sociale ha interessato in maniera particolare Germania, Gran Bretagna, Francia, Russia e Italia; quello dei social network non è quindi un fenomeno legato ad un'unica area geografica ma riguarda pressoché tutte le aree del mondo.

Esistono tre principali tipi di reti sociali:
  • quelli in cui l'utente crea un proprio profilo personale, raccontando la propria identità online;
  • quelli di filesharing, come flickr, in cui gli utenti possono postare e caricare file di varia natura e scambiarsi i contenuti;
  • mondi virtuali, come Second Life, che rappresentano spazi in 3D alternativi a quelli della realtà.
Una volta chiariti alcuni aspetti sulle reti sociali, è giunto il momento di cercare di capire il "fenomeno" Facebook che, dati alla mano, conta circa 175 milioni di iscritti, in costante aumento (di cui circa 7 milioni soltanto in Italia); numeri impressionanti se si considera che l'esplosione del fenomeno è iniziata solamente nella seconda metà del 2008.

Il fattore di successo sembra proprio essere in linea con i principi del Web 2.0: un'interfaccia utente easy, capace di superare il digital devide, con operazioni di inserimento dati semplice e accesso open, previa registrazione; inoltre Facebook prevede anche altre applicazioni, sopratutto di contenuto ludico, che consentono all'utente di alternare modalità tipiche:
  • di una chat,
  • di un moderno sito di flash game,
  • di uno di file sharing.

lunedì 21 settembre 2009

Di ritorno dalla vacanza!!!!

Sono tornato ieri notte dalla vacanza post-laurea.....Praga e Budapest!!!! Che dire...semplicemente una settimana di assoluto relax prima di immergermi nel mondo del lavoro!!!!!

Le due città sono davvero molto belle, anche se dalla capitale ceca sono davvero rimasto affascinato!!!!!

A tal proposito non so se pubblicare qui sul blog nei prossimi giorni qualche foto delle due città, inserendo una nuova categoria dedicata ai viaggi oppure se aprire un blog personale dedicato ad hoc alle mie esperienze!!!!

Che ne pensate?

sabato 12 settembre 2009

Si va in vacanza!!!!!!!!!!!!!!!

Ebbene si!!!!....dopo un estate trascorsa tra tesi di laurea, studio, colloqui di lavoro e serate tra amici, un bel viaggio non poteva mancare.......dal 13/9/2009 al 20/09/2009........PRAGA e BUDAPEST!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Un saluto a tutti e a presto!!!!!!!!!!!!!!!!!

lunedì 7 settembre 2009

Il Knowledge Management 2.0



Dal knowledge management di prima generazione al knowledge management 2.0


Il termine nasce nel 1986, grazie a Karl Wiig che, solamente 7 anni dopo, nel 1993, nel suo libro "Knowledge management foundations", ne enuncia i principi fondamentali; l'obiettivo è quello di migliorare l'efficienza dei gruppi di lavoro, mettendo in comune le esperienza che ogni singolo individuo ha maturato durante la sua carriera professionale e non.

I primi sistemi di gestione della conoscenza (di prima generazione), si concentravano sullo sviluppo di sistemi per rendere più facile e veloce l'archiviazione di dati e informazioni, senza alcuna distinzione tra ques'utlime e le conoscenze di conseguenza generate; le imprese che hanno puntato solo su grandi sistemi informativi fini a se stessi, si sono poi ritrovate di fronte a delle vere e proprie "discariche digitali".
Venivano utilizzati sistemi come portali informativi o data base, i quali si contraddistinguevano per una eccessiva rigidità e per una scarsa interazione tra gli utenti, in quanto le informazioni venivano trasmesse (imposte) con una logica di tipo top-down, dai livelli più alti a quelli più bassi dell'organizzazione.

Con il tempo ci si è invece resi conto che dati, informazioni e conoscenze non sono sullo stesso piano, ma sono legate gerarchicamente da una relazione di tipo "causa-effetto":



  • alla base ci sono i dati, materiale “grezzo” e abbondante dell’informazione;
  • su un gradino più alto c’è l’informazione, insieme di dati selezionati e organizzati per essere comunicati;
  • al terzo livello la conoscenza, cioè informazione rielaborata e applicata alla pratica;
  • al vertice troviamo la saggezza, conoscenza distillata dall’intuizione e dall’esperienza.
Gestire la conoscenza all'interno di un'impresa significa dunque, creare le condizioni organizzative idonee a stimolare le persone ad assorbire la conoscenza dall'esterno, a crearne di nuova, a trasferire e a condividere la propria conoscenza con altri.

Con l'avvento del Web 2.0, anche i sistemi di knowledge management si sono adeguati, evolvendosi ad un secondo stadio, maggiormente focalizzato ad aspetti di natura soft, basato su strumenti come blog, wiki, social network, che capovolgono radicalmente la struttura dei flussi informativi che invadono l'impresa.


Il blog aziendale a supporto dei processi di knowledge management

L'utilizzo di un corporate blog all'interno dell'impresa, a supporto dell'intranet aziendale, non solo migliora il morale del personale aziendale, che, pubblicando i propri interventi, si sente maggiormente coinvolto nella vita aziendale; è un potente strumento in mano del top management per far emergere le conoscenze tacite, radicate negli individui: così facendo, le persone dotate di skills professionali e personali adatti al blog, hanno la possibilità di emergere, di farsi conoscere, indipendentemente dal livello gerarchico a cui appartengono.
Il blog aziendale migliora i flussi di comunicazione all'interno dell'impresa, cambiandone radicalmente la direzione: non più logiche di tipo top down, ma piuttoso, flussi informativi bottom-up, dai livelli più bassi, a quelli più alti dell'organizzazione.

In sintesi, un corporate blog interno:
  • migliora e velocizza i flussi informativi tra i livelli aziendali;
  • aumenta il senso di appartenenza all'organizzazione dei dipendenti, che possono far sentire la loro voce, indipendentemente dall'incarico svolto;
  • aumenta l'efficienza del lavoro svolto in team;
  • fa emergere le conoscenze tacite, radicate nelle esperienze degli individui (altrimenti difficilmente trasferibili);

lunedì 31 agosto 2009

Tecnologia e società: gli ingredienti del Web 2.0

Che cos'è il Web 2.0?

Wikipedia definisce il Web 2.0 "un termine coniato da Tim O'Reilly e Dale Dougherty nel 2004 riferendosi ai cosiddetti servizi Internet di seconda generazione quali siti di social networking, wiki, strumenti di comunicazione e folksonomy, che enfatizzano la collaborazione e la condivisione tra gli utenti"

Non si fa riferimento all'ultima frontiera tecnologica del web o alla nuova versione di un software, ma all'evoluzione sociale che ha visto protagonista la Rete negli ultimi anni.
Il suo predecessore, il Web 1.0, si caratterizza per un modello di comunicazione unilaterale, attraverso documenti ipertestuali statici, progettati con linguaggi conosciuti da pochi specialisti (su tutti l'HTML); gli utenti sono prevalentemente fruitori passivi del contenuto.
Il Web 2.0 si allontana da questa visione, introducendo una nuova filosofia incentrata sulla decentralizzazione delle informazioni, che vengono raccolte, riproposte, organizzate, filtrate e create dagli stessi utenti.

Si affermano tecnologie........
  • Web services: sono sitemi software che consento di supportare l'interoperabilità tra più elaboratori nella medesima Rete e possono essere combinati, in modo da ottenere servizi complessi, facendo interagire un insieme di programmi che forniscono, ognuno, un servizio semplice;
  • API (Application Programming Interface): un insieme di procedure, private o pubbliche, disponibili per chi deve sviluppare un software; nel secondo caso sono rese disponibili sul Web, in modo che ogni programmatore possa andarle a ricercare nella Rete per creare un'applicazione;
  • AJAX (Asynchronous JavaScript and XML) e XML (eXtendable Markup Language): sono linguaggi di programmazione che permettono di aggiornare in modo dinamico le informazioni visualizzate all'interno di una pagina;
  • RSS: uno dei più popolari formati per la distribuzione e la fruizione di contenuti sul Web;
........ e applicazioni:
  • Blog: è un sito internet, generalmente gestito da una persona o da un ente, in cui l'autore pubblica più o meno periodicamente contenuti, in qualsiasi formato;
  • Social Network: reti sociali caratterizzate da gruppi di persone in costante contatto tra loro;
  • Wiki: siti web editabili nei quali chiunque può aggiungere contenuti o modificare quelli già esistenti;
  • Podcast: è un file (generalmente audio o video), messo a disposizione su Ienternet per chiunque si abboni ad una trasmissione periodica e scaricabile automaticamnte da un apposito programma, chiamato aggregatore, e si basa sui feed RSS.
Le tecnologie 2.0 sono dunque sempre esistite; l'idea cardine su cui si basa l'evoluzione del Web fa riferimento alle modalità con cui gli utenti usufruiscono delle stesse, sempre più indirizzate verso la collaborazione di massa, la partecipazione e il coinvolgimento degli user nella creazione dei contenuti.

Caratterizzato da tecnologie opern source, da nuovi sistemi di aggregazione dei contenuti, da applicazioni contraddistinte da un'elevata interattività, il Web 2.0 diventa non solo un fenomeno tecnologico; assume una forte valenza sociale, nel quale l'individuo diventa il vero protagonista della rete attraverso la produzione di contenuti e la condivisione delle proprie conoscenze; a tesimonianza di ciò, la rivista Time, nel 2006, ha assegnato il titolo di "Uomo dell'anno" al singolo individuo.



martedì 25 agosto 2009

Blog e PMI: una carta vincente!!

Con molto orgoglio personale, ecco l'inizio del post che ho scritto per la società di comunicazione e pubbliche relazioni Presscom, pubblicato nel loro corporate blog lunedì 24 agosto 2009, che evidenzia il ruolo dei blog aziendali per le piccole e medie imprese.

"Un corporate blog non è altro che uno strumento di marketing e comunicazione, pubblicato ufficialmente dall’impresa con l’obiettivo raccontarsi e stabilire una relazione diretta con i propri clienti, utilizzando il loro potenziale di trasmissione virale delle informazioni, nonché coinvolgere il personale per accrescere i processi di knowledge management.
Sono ancora poche le aziende, soprattutto nella realtà italiana che ne utilizzano uno, sebbene si registrino casi interessanti di corporate blog, come quelli di PressCom e Febal, che sono stati oggetto di intervista per l’elaborazione della mia tesi di laurea: “Limiti e opportunità dei corporate blog come strumento di marketing“..........."


giovedì 20 agosto 2009

Evangelizzate i vostri clienti!

Nella tradizione cristiana, "evangelista" è il nome con cui si identificano gli autori dei quattro vangeli, persone totalmente fedeli e devote alla parola di Cristo; nel campo del marketing, esprime più o meno lo stesso significato.
Un evangelist non è altro che un cliente diventato fedele alla
parola della società (al suo brand, ad un prodotto o servizio, ecc.) che, volontariamente, decide di trasmetterla ad altri.
Il marketing evangelism fa riferimento ad una strategia di marketing basata sull'evoluzione del tradizionale
passaparola, con cui le aziende stimolano i propri clienti a convincere altri ad acquistare un prodotto in cui credono fortemente.
In altre parole i clienti si trasformano in veri e propri
avvocati volontari dell'organizzazione; volontarietà che distingue il marketing evangelism dall'affiliate marketing, nel quale le aziende forniscono incentivi (monetari o con l'offerta di prodotti) per avvalersi del passaparola degli individui.
Come sottolineato da McConnel
e Huba in "Creating Customer evangelists: how loyal customers become a volunteer sales force", del 2003, le caratteristiche comuni degli evangelist sono:
  • credono nel valore emotivo del prodotto o servizio che acquistano;
  • ti raccomandano ai propri vicini, amici o colleghi;
  • esprimono i proprio pareri volontariamente, rilasciando feedback;
  • partecipano al miglioramento del prodotto rilasciando critiche costruttive per l'impresa;
  • ti difendono volontariamente da eventuali attacchi fatti in mala fede da terzi.
Una strategia di marketing evangelism di successo deve basarsi su tre fattori chiave:
  1. un prodotto o servizio di successo, che catturi l'attenzione del cliente, che lo leghi ad esso, che aumenti la sensazioni di benessere derivante dal suo acquisto;
  2. focalizzare l'attenzione sulle esigenze del consumatore, recependo i feedback positivi e rispondendo a quelli negativi, in modo da creare una sorta di confronto continuo con le persone;
  3. capire che il mondo del business ruota tutt'attorno alle persone e non hai prodotti.
Sotto questo punto di vista, un corporate blog può essere considerato un potente mezzo per evangelizzare i propri clienti, data la possibilità per le aziende di relazionarsi direttamente con essi, i quali, a loro volta, ne diventano i principali difensori, pubblicando interventi di risposta ad eventuali critiche, direttamente sul blog aziendale.
Il fatto di non essere risarciti per la loro credenza e di non essere legati formalmente a nessuna organizzazione, aumenta la credibilità e la veridicità dei contenuti pubblicati: il tutto a beneficio dell'impresa che ne guadagna in termini di immagine e reputazione.

lunedì 17 agosto 2009

Anche i CEO bloggano

I CEO blog costituiscono una particolare categoria dei corporate blog, in quanto vengono realizzati esclusivamente da figure dirigenziali di alto livello, ovvero dai top manager o dai Chief Executive Officer.
Ne sono disponibili due varianti:
  1. la prima prevede una comunicazione di tipo one way, unidirezionale, dal manager ai dipendenti: in questo caso il CEO posta nuovi articoli aggiornando il personale dipendente sulle iniziative dell'impresa, sui cambiamenti politci e sugli eventi imminenti che riguardano l'organizzazione; tuttavia la comunicazione resta comunque chiusa e i dipendenti non possono interagire con il top management.
  2. la seconda prevede una comunicazione bidirezionale in quanto gli impiegati possono far sentire la propria voce, commentando e rilasciando post che verranno letti dal CEO. In questo caso la comunicazione è di pari livello tra le figure dirigenziali e i livelli più bassi dell'organizzazione.
Perchè i CEO dovrebbero bloggare?

Seth Godin fissa elevati standard per il buon funzionamento del blogging da parte dei CEO; i blog in questione avranno successo solo se sono basati su:
  • trasparenza;
  • tempestività;
  • sinteticità del linguaggio;
  • confronto di opinioni;
  • utilità delle informazioni.
Se questi requisiti vengono rispettati, il CEO che decide di bloggare può:
  • comunicare con più persone con un solo messaggio;
  • apparire accessibile e raggiungibile nei confronti di qualsiasi interessato, relazionandosi in maniera diretta con esso;
  • creare un archivio di pensieri, opinioni e critiche da parte degli utenti da sfruttare in maniera costruttiva per il futuro;
Essendo un tipo di corporate blog interno, il CEO blog è un potente strumento di comunicazione interna, come testimonia il primo post scritto da Randy Baseler, vice presidente marketing della Boeing: "Spero che servirà a superare una delle mia più grandi frustrazioni: il fatto di non essere capace di parlare con tutti di ciò che sta succedendo nella nostra azienda".

Un ultimo consiglio: scrivete voi CEO il blog e non affidatevi a dei ghostwriter che scrivano per voi i contenuti del blog!!!....se scoperti potreste avere ripercussioni negative in termini di credibilità e immagine!!!!!

martedì 11 agosto 2009

A ciascuno il suo corporate blog

In un precedente post ho classificato i bloggers tenendo presente il tipo di blog a cui partecipano per la creazione dei contenuti, suddividendoli in personal bloggers, corporate bloggers e professional bloggers.
In questo post invece propongo una classificazione dei corporate blog nello specifico tenendo presente il pubblico a cui essi si riferiscono, interno all'organizzazione o esterno ad essa.
La classificazione in esame prende spunto da una ricerca condotta da Tiziano Vescovi e Silvia Dallagnese del 2008, presso l'università Ca'Foscari di Venezia, "I CORPORATE BLOG. LA COMUNICAZIONE AZIENDALE AL TEMPO DEI CONSUMER GENERATED MEDIA", la quale, a sua volta prende in considerazione i primi 100 blog delle aziende statunitensi ricavati dall'elenco Fortune 500.

I corporate blog interni
Vengono utilizzati per migliorare la trasmissione delle informazioni all'interno dell'organizzazione di un'azienda; sono dei veri e propri strumenti di knowledge management e di comunicazione interna, utilizzati dalle aziende a supporto dell'intranet aziendale e per far emergere le conoscenze tacite radicate nella mente, nelle esperienze e nelle capacità dei dipendenti.
  • Knowledge blog: consentono di mettere in comune dati e informazioni aziendali in un'ottica di condivisione della conoscenza. Il limite principale deriva dal fatto che le discussioni si sviluppano solo su questioni che vengono proposte dal moderatore;
  • Collaboration blog: diversamente dalla tipologia precedente, in questo caso il dialogo è totalmente aperto e bidirezionale e ognuno può postare un argomento che per lui risulta essere importante.

I corporate blog esterni
Sono sicuramente la tipologia più numerosa in quanto si rivolgono a tutti coloro che si relazionano dall'esterno con l'azienda: clienti, fornitori, giornalisti, ecc. ecc. e si differenziano in quattro grandi macro categorie:
  • Blog informativi: hanno lo scopo di far conoscere l'azienda e la sua offerta agli utenti della rete, nonché eventuali eventi sponsorizzati dall'impresa stessa;
  • Blog di marketing: servono per monitorare il mercato, accrescerne la conoscenza, ottenere riscontri direttamente dal cliente, migliorare la propria offerta e studiare le strategie dei competitors;
  • Blog di relazione: hanno come obiettivo la risoluzione di conflitti o problemi e la gestione della relazione e dei rapporti con i consumatori;
  • Blog di comunità: sono riferiti alle comunità virtuali e ne divengono luoghi di discussione e conversazione. In questo caso l'azienda si relaziona in prima persona con gli utenti, legati da un interesse o da una passione in comune.

Fake blog????...No grazie!!!!
Rappresentano un'ultima tipologia dei corporate blog esterni all'azienda; non sono gestiti direttamente da essa, ma vengono affidati ad un blogger esterno che, in apparenza, non risulta legato all'organizzazione. Quest'ultima, se riconosciuta, si espone ad una potenziale perdita di credibilità, immagine e reputazione, in quanto denota un comportamento di pubblicità ingannevole.


I corporate blog della lista Fortune 500
La ricerca presa in considerazione mostra come i blog di marketing siano quelli più utilizzati dalle aziende; seguono quelli di relazione, di comunità; chiudono la classifica i knowledge blog e i fake blog.